Horror story: quando Tamerlano invase l'Iran (e Samarcanda divenne stupenda...)
(traduzione e adattamento di un thread su Twitter di Fran Olmos (@fran__olmos) per @HistorianofIran)
Siate pronti! Questo è un post splatter, vi avvisiamo: oggi si narra di battaglie sanguinose, di torri fatte di teschi umani e arti mozzati. E’ il turno di Tamerlano! Uno dei conquistatori più noti della storia, un genio militare che era anche, bisogna dirlo, decisamente spietato.

Qui si narra della sua conquista dell'Iran... Timur (che noi conosciamo come Tamerlano 1336-1405) era un conquistatore Turco-Mongolo, poi persianizzato, che costruì il più grande impero eurasiatico dai tempi di Gengis Khan e dei suoi mongoli. Conosciuto per le sue piramidi di teschi (brrr…) e per l’abitudine di radere al suolo le città, ha anche attratto artisti e artigiani, grazie ai quali ha reso bellissima la sua capitale, la celebre Samarcanda.

Prima di iniziare con le sue conquiste, vale la pena notare che Timur dovette (ri)conquistare gli stessi territori più volte, in quanto non si preoccupava di sottoporli al proprio controllo in modo stabile. Come Gengis Khan, era un conquistatore, non un costruttore di imperi (di questo si preoccuparono i suoi successori). Dopo essersi stabilito in Transoxiana, con Samarcanda come sua capitale, e aver condotto campagne in Mongolia e Uiguria, Timur si diresse verso ovest, verso l'Iran. Prima della conquista di Timur, l'Iran post-Ilkhanide era un territorio frammentato, con parti controllate da molteplici dinastie: Kartidi (con capitale Herat), Sarbadari (Sabzevar), Maffaridi (Shiraz), Jalairidi (Tabriz)... E, come previsto, si odiavano e combattevano l'un l'altro.
L'Iran era maturo per essere occupato…

Timur mise gli occhi prima sui Kartidi. Questa dinastia aveva governato parti del Khorasan per 130 anni, sopravvivendo astutamente ai Mongoli e alle altre grandi forze dell'epoca. Tuttavia il sovrano Kartida ai tempi di Timur, Giyath al-Din II, mancava dell'abilità dei suoi antenati.

Il sovrano Kartida, già in guerra con i vicini Sarbardari, si sottomise a malincuore a Timur. Ma, ahinoi, ritardò nel porre omaggio al conquistatore quando fu convocato. Fu un grosso, grosso errore. Guai far aspettare Timur! La prima risposta fu l’occupazione della capitale Herat nel 1381. Il Sovrano Kartida dovette assistere alla demolizione delle mura di Herat, e fu mandato in esilio a Samarcanda.
Herat si ribellò, ma l'insurrezione fu subito schiacciata nel sangue, e i governanti Kartidi giustiziati. Timur proseguì verso ovest (1381), dove i Sarbardari erano in guerra con il sovrano di Mazanderan. Saggiamente il sovrano Sarbardari, Ali Mu'ayyad, chiese aiuto militare a Timur e vi si assoggettò (gli rimase fedele: morì poi per lui in battaglia nel 1386). Timur conquistò (e distrusse) Esfarayen contro le truppe del sovrano di Mazanderan nel 1381, battendolo ripetutamente fino alla conquista finale della sua capitale Astarabad (1384), la moderna Gorgan, dove tutti vennero uccisi, inclusi "i neonati appesi al seno delle madri”. Nel 1383 Timur fu costretto ad assediare Sabzevar, il cui popolo resisteva, ed il prezzo per gli sventurati fu altissimo: alla fine "quasi 2.000 prigionieri furono ammucchiati vivi, uno sopra l'altro, con fango e mattoni per formare torri". Infine, Timur devastò i domini dei ribelli Mihrabanidi del Sistan, massacrando gli abitanti della sua capitale (Zaranj) e, cosa ancora più importante a lungo termine, devastando il sistema di irrigazione della regione. Alternando queste conquiste con altre, cavalcando da un confine all'altro, Timur sottomise l'Iran orientale tra il 1380 e il 1384.

Dopo l'occupazione dell'Iran orientale da parte di Timur, la conquista dell'Iran occidentale avrebbe richiesto più di un decennio. Con territori conquistati, persi e riconquistati, è difficile seguire un ordine cronologico delle sue campagne: concentriamoci sulla sorte delle due dinastie iraniche residue, Muzaffaridi e Jalairidi. La dinastia Muzaffaride era emersa dopo la caduta degli Ilkanidi e controllava gran parte della Persia centrale e occidentale dalla sua capitale, Shiraz.

Il sovrano Shah Shuja (1366-1384) divenne vassallo di Timur e mise i suoi successori sotto la sua protezione. Alla sua morte, i territori controllati fino ad allora da Shah Shuja furono divisi tra i suoi figli, nipoti e fratelli, che presto litigarono tra di loro e non si sottomisero a Timur. Questo era il pretesto di cui Timur aveva bisogno, e nel 1387 invase i domini Muzaffaridi. Il governatore di Isfahan aprì la città a Timur, che la occupò pacificamente. Tuttavia, durante la notte gli abitanti si ribellarono, uccidendo qualsiasi funzionario e soldato timuride che trovarono per le strade. Timur, furioso per questo tradimento, ordinò un massacro generale di militari e civili. Circa 70.000 teschi furono "accatastati in cumuli al di fuori delle mura, per costruirvi poi sopra torri in varie parti della città". Da Isfahan, Timur si diresse verso Shiraz, da dove il sovrano Muzaffaride fuggì per evitare la morte. La città si arrese senza combattere e Timur impose la composizione della nuova corte. Il conquistatore ordinò quindi la deportazione dei più abili artigiani della città, che avrebbero abbellito la sua capitale Samarcanda. Subito dopo, Timur dovette partire per combattere l'Orda d'Oro e non tornò in Iran fino al 1392. Nel frattempo, un Muzaffaride di nome Mansur colpì la corte Timuride (con uccisioni e accecamenti) e riunì gran parte del regno precedente.
La sfida a Timur era lanciata, e ne seguì una inevitabile battaglia. Gli eserciti si incontrarono nel 1393 nella periferia di Shiraz. Si dice che durante la battaglia Mansur Shah attaccò personalmente Timur, ma i suoi colpi si neutralizzarono contro l'elmo di Timur. Mansur fu sconfitto e successivamente giustiziato dal figlio adolescente di Timur, e suo futuro successore, il saggio Shahrukh. Timur entrò trionfalmente a Shiraz, dove "il buon vino rosso di Shiraz gli fu offerto in coppe d'oro dalle ragazze più belle della città". Ricevette la sottomissione di altri principi Muzaffarid, che in seguito uccise.
Anche in questo caso, artisti e studiosi furono deportati a Samarcanda.

Dopo aver occupato il resto dei territori Muzaffaridi tra cui Isfahan e Hamadan, marciò più a ovest per sgominare l'ultima dinastia rimasta in Iran, i Jalairidi. I Jalairidi erano una dinastia di origine mongola che dominava un sultanato dal territorio molto estero, da Bassora a Tabriz. Al momento dell'invasione di Timur il loro sovrano era il sultano Ahmed, un poeta e filosofo ormai persianizzato, assai lontano dai caratteri originari della dinastia mongola. Nel 1386 Timur aveva già occupato Tabriz, costringendo il sultano Ahmed a fuggire a Baghdad.
Il sultano Ahmed fuggì ancora una volta e cercò rifugio con i Mamelucchi in Egitto.
Baghdad fu occupata pacificamente e Timur continuò con le sue conquiste. Tuttavia, il Sultano Ahmed non si era realmente rassegnato alla perdita del proprio regno. Nel 1394, con l'aiuto del Sovrano Mamelucco, tornò a Baghdad. Timur era impegnato altrove e si occupò di lui solo nel 1401. Ancora una volta, il sultano Ahmed fuggì in Egitto, ma questa volta i suoi ufficiali decisero di resistere a Baghdad. Questa scelta, come prevedibile, peggiorò le cose.

Mentre 7 anni prima Baghdad era stata trattata con moderazione, questa volta Timur ordinò un massacro generale. 90.000 abitanti furono uccisi, gli edifici distrutti: solo gli uomini di lettere vennero risparmiati e deportati. In soli due decenni dal suo ingresso in Iran, Timur aveva completamente spazzato via le dinastie che avevano riempito il vuoto lasciato dagli Ilkhani. Il dominio timuride sull’Iran si estese fino alla fine del XV secolo giungendo a Khorasan.

E per finire, un aneddoto. Il grande poeta Hafez visse a Shiraz durante il regno Muzaffaride e scrisse anche versi sul suo sovrano Shah Shuja. Una leggenda ben nota narra un incontro tra Hafez e Timur durante la prima conquista di Shiraz nel 1387.

Timur era furioso con Hafez per i seguenti versetti che il poeta aveva scritto: "Se quella ragazza turca di Shiraz accetta il mio cuore in mano, e mi dà quel che auspico, a lei darò Samarcanda e Bukhara." Timur disse ad Hafez: "Ho soggiogato la maggior parte delle terre abitabili, per abbellire Samarcanda e Bukhara, le sedi del mio governo; e tu le regaleresti per… la talpa nera di una ragazza a Shiraz!". "Ahimè, oh principe, è questa prodigalità la causa della miseria in cui mi trovate" rispose Hafez. Timur fu soddisfatto della risposta del poeta e lo congedò con molti doni. Probabilmente si tratta di una invenzione, ma è perfettamente nello spirito del tempo e dei personaggi. :-)
Fonte:
Fran Olmos (@fran__olmos) per @HistorianofIran su Twitter