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Teheran come Berlino Est: un museo ricorda il tempo della SAVAK


L'edificio circolare del Museo

Il Museo Ebrat di Teheran è situato in un ex complesso di detenzione della SAVAK, la polizia politica segreta fondata dalla Shah Reza Pahlevi.

L’edificio, di forma circolare, fu costruito tra il 1932 ed il 1937 su richiesta del capostipite della dinastia, Reza Shah.

Copre una superficie di 6000 metri quadri, su quattro piani, con 86 celle piccole (1,5x2,5m) e 18 grandi (la maggiore misura 30 metri quadri).



Fu ideato come centro di detenzione, con particolari accorgimenti che rendessero difficile la fuga dei detenuti. Fu in seguito una prigione femminile, e negli anni Settanta fu gestito dal “Comitato Congiunto anti sabotaggio”.


In seguito al colpo di stato contro Mossadeq organizzato nel 1953, gli USA considerarono definitivamente l’Iran come una propria base nella regione medioorientale.

L’'idea di istituire una organizzazione di Security ed Intelligence segreta e controllata direttamente dallo Shah fu proposta da dieci consiglieri americani nel 1956 e approvata dal Parlamento. La SAVAK fu quindi fondata nel 1957. I suoi componenti furono addestrati da agenzie di intelligence statunitensi e britanniche e successivamente da agenti di sicurezza israeliani.

Una vasta rivolta anti regime, guidata da Khomeini nel 1963, , rivelò la assenza di coordinamento tra le forze armate e le forze di sicurezza del regime Pahlavi, che in quella occasione agirono quasi in concorrenza tra di loro.

Per coordinare l’azione di repressione, vista la crescente dissidenza nel paese contro il regime, nel gennaio 1972 fu creato un “Comitato Congiunto anti sabotaggio” che comprendeva la SAVAK, la polizia ufficiale e l’esercito.

Il Comitato disponeva di 375 sedi organizzative nel paese, che raggiunsero alla fine il numero di 564.

Il compito specifico di questo Comitato consisteva principalmente nella repressione dei dissidenti al regime dello Shah.


L’edificio che oggi ospita il Museo, tra il 1974 ed il 1979 (anno della caduta del Regime dello Sham, in seguito alla Rivoluzione), fu un luogo di detenzione e tortura per studenti, intellettuali, leader politici e religiosi che si opponevano al regime.



Le celle da 1,5x2,5 metri, piccole e mal riscaldate, arrivarono ad ospitare fino a 5 o più persone, visto che la prigione arrivò a detenere fino a 800 persone contemporaneamente, malgrado fosse pensata per 200.


Una delle stanze del museo

Da questa prigione, negli anni anni 1974-1979, passarono oltre 8400 detenuti, tra cui molti personaggi che avrebbero avuto un ruolo chiave nella Rivoluzione.



Una Cadillac ed una Ford Lincoln appartenenti ai vertici della SAVAK.


Il Museo Ebrat si trova nelle vicinanze del Museo Nazionale. Si visita in circa 1-2 ore.


Fonti: Newsletter del Museo Ebrat.

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